La progressiva trasformazione dell'Italia in un Paese plurale, multietnico, multiculturale e multireligioso ha posto questioni nuove alle istituzioni, che sempre più devono confrontarsi con un'utenza straniera. In un discorso di ripensamento dei servizi sociosanitari per una popolazione maggiormente diversificata rispetto al passato è centrale il tema della comunicazione. 

L'uguaglianza dei cittadini porta all'idea di parità di trattamento. Ma, in realtà, le cittadine e i cittadini fragili (stranieri e non) hanno bisogni diversi rispetto agli altri. Necessitano di un'amministrazione che vada incontro alle loro esigenze e non aspetti soltanto di ricevere le loro richieste, che spesso sono parziali a causa delle loro difficoltà linguistiche e delle barriere culturali. 

Pertanto, facilitare l'accesso e la fruizione dei servizi sanitari, ospedalieri e territoriali alle donne migranti, attraverso l'attivazione di procedure innovative, come la comunicazione in pittogrammi, è sempre più indispensabile. 

In un periodo di maggiore fragilità della donna, come quello della gravidanza, nei periodici controlli del percorso nascita in donne di provenienze diverse, si sperimenta l’importanza della mediazione interculturale e l’esigenza di fornire in modo comprensibile e culturalmente accettabile le informazioni necessarie.

Perché le buone pratiche di cura attraversano i continenti.