Sono molte le persone a essere cresciute con un'idea di professionalizzazione invariata per tutta la vita, avendo come standard situazioni oggi difficilmente attuabili, come fare lo stesso lavoro per tutta la vita, pensare il proprio avanzamento di carriera all'interno di una sola azienda o, ancora, laurearsi certi di trovare occupazione nel proprio settore. Immaginare scenari così lontani dalla realtà del mercato del lavoro contemporaneo le ha esposte a momenti di transizione che, impreparate, hanno subìto e non gestito, come licenziamenti, necessità di sviluppare nuovi ruoli e di ripartire da zero, anche dopo anni di occupazione.

Per queste lavoratrici e lavoratori, che mostrano nella gestione di dinamiche impreviste un carattere di maggiore fragilità, occorrono iter specifici che siano loro funzionali a una costruzione di competenze di vita, utili per muoversi in un mondo del lavoro caratterizzato da incertezza e complessità. Si parla di flessibilità, resilienza, auto-orientamento, capacità imprenditoriale di pianificare e organizzare la dimensione lavorativa e anche di pensare e costruire un progetto di vita personale e professionale. La formazione è così in grado di accompagnare il soggetto e fornirgli una serie di imprescindibili strumenti di vita, dialogando con lui in un'ottica di apprendimento lungo tutto l'arco della vita. 

Goal 4 "Istruzione di qualità (Target 4.4).

Se ne discute con Immacolata Messuri, Professore associato di Pedagogia generale e sociale, Università Telematica degli Studi Iul.