Critica della penalità e superamento del carcere
Giuseppe Mosconi, studioso senior - Università degli Studi di Padova
martedì 23 maggio 2023 h. 15:30-17:00
Il confronto tra le astrazioni del diritto penale e la realtà che le stesse producono pone in luce l’incapacità del diritto stesso di raggiungere le finalità dichiarate. Le funzioni che legittimano il carcere sono fallimentari. Tutte dimostrabili sono le complesse ragioni che rivelano l’infondatezza della retributività della pena carceraria, il fallimento della sua funzione rieducativa, l’incapacità di esercitare una efficace deterrenza preventiva.
Ma al di sotto di tale infondatezza si attestano paradossalmente le note “funzioni latenti” della pena. Tra le varie il controllo e la stigmatizzazione della marginalità sociale, l’autoconservazione dell’istituzione, la rigidità corporativa degli apparati burocratici e professionali; l’occultamento della criminalità dei potenti, la produzione di simboli rassicuranti finalizzati al consenso politico.
Questo “nocciolo duro” rende sostanzialmente impraticabili tanto la tutela dei diritti quanto l’affermazione di riforme efficaci. La tutela dei diritti in carcere, pur necessario strumento di riduzione del danno, si rivela sempre episodica, precaria ed emergenziale. Le riforme sono sempre provvisorie e ambivalenti. Si prospetta perciò l’adeguatezza di un “salto di paradigma" che porti alla sostituzione delle ormai desuete e deformanti astrazioni fondative della penalità con un approccio analitico scientificamente adeguato alla concretezza dei fatti definiti come reati e dei soggetti che li pongono in essere.
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