Cultura e transizione ecologica “due remi della stessa barca” da mettere in moto

 Dall’evento del Festival su Cultura: partecipare alla costruzione di nuovi immaginari per aumentare la consapevolezza della collettività sull’emergenza climatica. Riflessioni sul ruolo delle istituzioni culturali e buone pratiche.

Il rapporto tra patrimonio culturale e cambiamento climatico è stato il tema dell’evento dell’11 maggio, a Bologna, organizzato dal Gruppo di lavoro (Gdl) trasversale “Cultura per lo sviluppo sostenibile dell’ASviS, con il contributo della Fondazione scuola dei beni e delle attività culturali, nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2023. L’iniziativa, dal titolo “Cultura e cambiamento climatico”, ha avuto come obiettivo quello di dare vita a un confronto su come affrontare i rischi e i danni che il cambiamento climatico sta causando al patrimonio culturale, di diffondere la conoscenza di buone pratiche di adattamento e di mitigazione e di condividere la costruzione di nuovi immaginari.

L’evento, strutturato in tre sessioni, che corrispondono alle quattro questioni poste in essere dal rapporto Icomos del 2019 "Future of our pasts" sul coinvolgimento del patrimonio culturale nell'azione per il clima, ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, esperti, artisti e registi che hanno messo in evidenza come le organizzazioni culturali siano soggetti coinvolti direttamente nel dibattito sulla crisi climatica.

Per costruire un futuro diverso, il ruolo della cultura è quello di orientare lo sguardo in maniera innovativa e cambiare i comportamenti, partendo da sentimenti, linguaggi e immaginari propri delle arti”, così ha aperto l’incontro Paola Dubini, coordinatrice del Gdl ASviS dedicato alla cultura per lo sviluppo sostenibile e moderatrice dell’evento.

Dopo i saluti iniziali, nel corso della fase introduttiva, è intervenuta Alessandra Vittorini, direttrice della Fondazione scuola dei beni e delle attività culturali, che ha messo in evidenza l’importanza del concetto di convergenza tra le azioni per il clima delle comunità per il patrimonio e quelle degli scienziati per il clima rivolte al patrimonio. “Ci sono alcuni apparenti e strumentali contrasti relativi alle difficoltà di applicare le tecnologie rinnovabili su un patrimonio storico che sembra refrattario. Esiste oggi una libertà di iniziative non regolata che non rispetta la compatibilità e le aree idonee nella salvaguardia della tutela del patrimonio culturale e del paesaggio”, ha affermato Vittorini.

Il suo contributo si è inserito nel quadro del nuovo sondaggio “Cultura, patrimonio culturale e cambiamento climatico” che, dal 5 aprile al 2 maggio 2023, è stato rivolto alla comunità di studiosi, operatori e professionisti del patrimonio culturale della Fondazione, raccogliendo 545 risposte. Se da una parte è emerso che la sensibilizzazione sul tema sia un obiettivo sostanzialmente raggiunto in modo trasversale su tutto il campione (il 98,2% è consapevole dell’impatto negativo che il cambiamento climatico può avere sul patrimonio culturale), dall’altra la ricerca ci indica che le istituzioni nazionali e sovranazionali (il cui contributo alla lotta al cambiamento climatico è centrale rispettivamente per l’87,3% e il 70,1% del campione), oltre alle funzioni di tipo regolatorio e di controllo, possono giocare un ruolo fondamentale anche sul fronte di un'informazione più approfondita sul tema. Il 26,2% del campione non è ancora a conoscenza della recente modifica dell’art. 9 della Costituzione che introduce la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi alla già presente tutela del paesaggio e del patrimonio culturale. Riguardo al tema dell’attivismo, si rileva che la maggior parte del campione (72,6%) disapprova i recenti episodi verificatisi su scala italiana ed europea, ritenendoli un mezzo totalmente inaccettabile (58,2%) ed inefficace (55,4%). Un dato in linea con quanto emerge anche dall’analisi del cluster “giovani” (under 35), il cui 67% del campione non ritiene tali azioni accettabili e il 72% non le reputa efficaci. Dall’indagine emerge inoltre quanto tali episodi evidenzino la necessità di trovare spazi di confronto e di azione e di aprire dialoghi costruttivi su una tematica così urgente.


In foto da sinistra: Alessandra Vittorini e Paola Dubini

Il primo panel è stato aperto da Alessandra Veronesi di As.Li.Co e dal regista Luis Ernesto Doñas, attraverso il racconto di “Acqua profonda”, progetto civico teatrale nato nel 2020 in collaborazione con il Teatro dell’opera di Roma all’interno del format “Opera domani” del Teatro sociale di Como, che è rivolto ai ragazzi dai 6 ai 14 anni per avvicinarli all’opera lirica.

“Acqua profonda”, con le musiche di Sollima e libretto di De Cataldo, per la regia di Doñas, è un’opera contemporanea per tutte le età che ritrae in modo unico uno dei temi più rilevanti del nostro tempo, l’inquinamento delle acque, con l’obiettivo di restituire un servizio alla comunità in modo partecipativo e veicolare temi civici di estrema rilevanza. Il regista Doñas ha osservato come in questo progetto la bellezza sia il traino dell’analisi di questi temi di attualità nell’ottica del realismo magico e della fantasia, aggiungendo nel dettaglio: “La protagonista dell’opera, Serena, è un personaggio facilmente riconoscibile, una bambina che vuole salvare le acque degli oceani e che entra immediatamente nell’immaginario dei bambini. Il rispetto della diversità arricchisce lo spettacolo attraverso coreografie nel linguaggio dei segni”.

Successivamente è intervenuto Michele Lanzinger, presidente di Icom Italia e direttore del Muse di Trento, osservando la centralità del passaggio da citizen science a citizen social science, per riuscire ad andare oltre la dimensione specificatamente scientifica e costruire un dialogo con le comunità attraverso meccanismi partecipativi, e l’importanza della conoscenza, della consapevolezza e del coinvolgimento attivo come strumenti di responsabilizzazione delle azioni individuali per una trasformazione sociale e di riconoscimento nei processi democratici.

La transizione ecologica potrà avvenire solo se apparirà socialmente desiderabile. Sappiamo abbastanza di come sta cambiando il pianeta, ma ci sono aspetti che ci riguardando ancora più da vicino, che spesso tendiamo a non considerare. Bisogna tener conto anche dell’ingiustizia climatica e delle disparità globali”, ha concluso infine Lanzinger.

Alla fine della prima sessione, con la diffusione del video della cantante Elisa, è stato valorizzato poi il progetto Life terra - music for the planet, promosso dall'ASviS con Legambiente e AWorld per raccogliere fondi per la messa a dimora di alberi in Italia e contribuire a raggiungere l'obiettivo europeo di mettere a dimora 500 milioni di alberi entro il 2025.

Ad aprire la seconda sessione, l’intervento di Alessandra Piganti del comune di Ferrara, che ha parlato dell’impegno dell’amministrazione comunale sul tema dei cambiamenti climatici, attraverso diverse azioni concrete, che vedono il coinvolgimento diretto degli stakeholders locali e della comunità nella progettazione e la creazione di reti di soggetti pubblici e privati, e la comunità. Ha ricordato infine il ruolo centrale dei progetti europei, attraverso i quali è possibile avviare confronti attivi con moltissime realtà per condividere problemi e soluzioni.

In qualità di direttrice scientifica del Grande Maxxi, è intervenuta poi Margherita Guccione, raccontando come il progetto, nato nel 2021 con l’obiettivo di ampliare servizi e spazi collettivi del Museo nazionale delle arti del 21esimo secolo a poco più di 10 anni dal suo varo, sia un esempio di un lavoro di aggiornamento sui contenuti culturali di un museo contemporaneo, attraverso l’integrazione dei principi di sostenibilità, innovazione e inclusione. Il tema della sostenibilità è diventato infatti parte della progettazione architettonica, grazie all’idea di mettere in atto una serie di azione per la carbon neutrality. In questa direzione, il progetto ha accolto la sfida di integrare in un edificio contemporaneo tecnologie fotovoltaiche innovative, che vadano oltre i pannelli standard. “Guardando al futuro, la produzione di energia pulita sarà il tema del mercato del restauro e del mondo dell’edilizia. Il problema dei costi energetici andrà risolto in maniera maggiormente decisiva, attraverso l’integrazione di modalità differenziate e la creazione di accordi tra soggetti per la creazione di comunità energetiche, come nel caso dell’accordo stipulato tra il museo e le caserme dell’esercito italiano”, ha concluso Guccione.

Riguardo poi al ruolo delle biblioteche nel contrasto ai cambiamenti climatici, è intervenuta Rossana Morriello dell’Osservatorio Aib, che ha evidenziato come le istituzioni bibliotecarie operino in un’ottica di giustizia intergenerazionale per la conservazione del patrimonio, attraverso l’innovazione e la tecnologia digitale, per l’inclusione e la riduzione dei divari, offrendo informazioni sulla sostenibilità e servizi di sustainability e climate literacy, e per il benessere e la salute mentale delle persone. Ha offerto in seguito il suo contributo Giusella Finocchiario, presidente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, che ha spiegato come le fondazioni bancarie possono agire, a livello nazionale e territoriale, su due linee di intervento: l’accompagnamento per la definizione dei progetti e l’erogazione delle risorse. A livello nazionale, il ruolo delle fondazioni è quello di mettersi al servizio di diverse istituzioni e di aiutare a costruire i progetti, trovando metodi efficaci per ottimizzare le risorse disponibili, come quelle del Pnrr. A livello territoriale, l’accompagnamento e le erogazioni sono attività destinate soprattutto a progetti con valenza educativa, con lo scopo di alimentare la cultura e accrescere la consapevolezza.

In foto da sinistra: Rossana Morriello, Margherita Guccione, Paola Dubini, Giusella Finocchiaro

L’ultima sessione dell’incontro è stata inaugurata dal ricercatore e artista sonoro David Monacchi, che ha raccontato la sua esperienza professionale in Amazzonia, Africa e in Borneo, attraverso la quale ha costituito un archivio sonoro con tecnologie tridimensionali di uno spazio sonoro naturale. L’obiettivo di questo lavoro è quello di reperire sistemi d’ordine acustico in natura, rintracciare l’intera prospettiva sferica del suono della foresta a beneficio delle generazioni future e portare nelle sale da concerto paesaggi sonori. Ha raccontato poi come le registrazioni fatte 20 anni fa in Amazzonia e le rispettive impronte sonore degli ambienti naturali siano già cambiate in quei luoghi, a dimostrazione di come l’equilibrio originario che ancora oggi si può rintracciare in questi luoghi di integrità sistemica sia destinato a trasformarsi in maniera irreversibile a causa del cambiamento climatico. “Quando ho iniziato questo progetto del 1998 non era chiaro che la distruzione del mondo sarebbe stata così veloce. Non potremo avere successo nella transizione se la maggioranza degli individui non sarà supportata nel proprio intimo salto di consapevolezza. Il suono è uno dei più potenti media per riconnettere gli esseri umani all’ambiente naturale, è capace di muovere energie emozionali profonde per sentire l’urgenza e fare in coscienza le nostre scelte quotidiane e le nostre rinunce per gettare le basi di un nuovo antropocene sostenibile”, ha così concluso Monacchi.

In foto da sinistra: Alessandra Vittorini, David Monacchi, Paola Dubini

L’ultimo intervento dell’incontro è stato quello di Emanuela Carpani, soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Milano, che ha parlato delle città che quotidianamente fanno i conti con il cambiamento climatico, come nel caso di Venezia, e della valutazione di compatibilità degli interventi selezionati per la mitigazione. Ha sottolineato poi come la conservazione reale del patrimonio culturale necessiti di andare oltre alle misure puramente contenitive e che transizione ecologica e cultura sono “due remi della stessa barca, da mettere in moto per evitare di lasciare alle future generazioni un patrimonio non altrettanto ricco.

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di Cecilia Menichella

martedì 16 maggio 2023
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