Un posto al sole: il racconto della Rai su come la sostenibilità può diventare pop

Al centro dell’evento, che ha accompagnato l’apertura del Festival 2023, la fiction come strumento per rendere popolare l’Agenda 2030. Nardarella: sostenibilità “materiale energetico” per la creazione di storie.

I temi sociali riguardano tutti noi, ma anche il futuro. È importante che vengano trattati anche nei racconti di finzione, perché lì c’è un tempo maggiore per assimilare meglio determinati concetti”. Queste le parole di Antonio Parlati, responsabile del Centro di produzione Tv e Radio Rai di Napoli, in apertura dell’evento “La sostenibilità in Rai diventa pop. Il caso Un posto al sole”, organizzato da Rai per la Sostenibilità-Esg, in collaborazione con Rai Fiction e con il Centro di Produzione presso l’Auditorium del Centro. L’evento, svoltosi l’8 maggio, ha accompagnato l’apertura del Festival dello Sviluppo sostenibile 2023, con un ampio tavolo di dibattito, moderato da Adriano Albano, vicecaporedattore Tgr Campania, e la proiezione di alcuni estratti dalla fiction Un posto al sole.

La sostenibilità è il tema principale di cui deve occuparsi il servizio pubblico”, ha commentato Roberto Natale, direttore di Rai per la Sostenibilità – Esg. Natale ha sottolineato che la nuova direzione Rai per la sostenibilità nasce per dare una spinta su questi temi, che però devono permeare tutto il servizio pubblico. Il direttore ha preso ad esempio il Festival di Sanremo: “Ci piacciono gli spettacoli con molte luci, ma le luci sono energivore. In Rai stiamo pensando di costruire tra qualche anno un Sanremo altrettanto scintillante, ma meno dispendioso di energia”. Compito della Rai è, inoltre, quello di “far diventare popolari questi temi” e non solo di “parlare ai già convertiti”.

Poi è stato il turno di Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, che ha commentato la “situazione difficile” in cui ci troviamo – consumi superiori alle risorse che la Terra può offrire, disuguaglianze tra Nord e Sud del mondo, rischi di siccità, cambiamenti climatici. Per questo è importante raggiungere gli Obiettivi elencati dall’Agenda 2030, Obiettivi su cui “l’Italia potrebbe fare di più, molto di più”. Rivolgendosi al nutrito pubblico di giovani liceali presenti in sala, Giovannini ha avvertito: “Ne va non solo delle generazioni future, ma anche della vostra. Voi avrete una situazione difficile, a meno che tutti noi non cambiamo”. Il direttore dell’ASviS si è infine soffermato sul Festival 2023: “Qual è lo slogan di questo Festival? La sostenibilità tiene acceso il futuro. La guerra, la pandemia, stanno spegnendo la speranza. Con questo Festival rilanciamo l’idea che la sostenibilità accenda il futuro”.

In foto da sinistra: Adriano Albano, Antonio Parlati, Roberto Natale, Enrico Giovannini, Francesco Nardella, Marina Tagliaferri, Sofia Piccirillo, Athos Zontini, Fabio Sabbioni.

Di come le tematiche sostenibili siano efficaci spunti narrativi per creare una storia ha parlato Francesco Nardella, vicedirettore vicario di Rai Fiction. La serialità ha bisogno di “materiale energetico” per creare trame, di un vissuto collettivo, e quel vissuto collettivo è rappresentato anche dalla sostenibilità. Ma, aggiunge Nardella, “Noi non facciamo il product placement della sostenibilità”, ogni tema viene riportato in maniera non didascalica, in modo consustanziale al racconto, cosicché possa essere accettato dal pubblico. “Non è chi si occupa di sostenibilità che dovrebbe ringraziare Un posto al sole, ma siamo noi che dobbiamo ringraziare la sostenibilità, perché senza questi temi parleremmo soltanto di storie di amore che si avvitano su se stesse”.

Athos Zontini, editor di Fremantle, ha ricordato che trattare questi argomenti è molto delicato, perché si rischia di tirare fuori “prospettive falsanti” e creare conseguenze controproducenti. Per questo per il reparto scrittura, dice Zontini, è importante “raccogliere tutti gli umori del pubblico”, sia via web che non, in modo da tarare sempre meglio gli obiettivi narrativi sulle persone che li ricevono.  

Riuscire ad amalgamare temi e necessità narrative non è semplice, e a confermarlo è Fabio Sabbioni, produttore creativo di Fremantle. All’inizio ci sono state non poche difficoltà, confessa Sabbioni, a inserire la sostenibilità nella narrazione di Un posto al sole, “perché rischiavamo di essere avulsi dalla storia”. Poi, però, questo connubio “ha funzionato benissimo”, perché i temi sono stati connessi alle caratteristiche di alcuni personaggi della fiction, rendendoli fluidi e narrativamente stimolanti.  

Marina Tagliaferri, storica attrice della fiction partenopea, ha invece sottolineato l’importanza che può rivestire, per un attore, il fatto di “portare un messaggio” e “sentirsi utili”. “Questa è una delle più grosse responsabilità che abbiamo: se noi diamo segnali positivi qualcuno li può riconoscere e cambiare la propria vita”. A seguire è intervenuta Sofia Piccirillo, giovane star di Un posto al sole, che si è detta “vicina” ai suoi coetanei, specialmente quelli vittima di bullismo. “Parlate con un adulto se succedono queste cose. Siate forti e non scoraggiatevi mai. Il bullismo è un fenomeno che colpisce tanti ragazzi”.

Guarda il video di Marina Tagliaferri e Sofia Piccirillo

Infine, il convegno ha previsto un’intensa sessione di domande e risposte, dove ragazzi e ragazze hanno rivolto domande agli speaker in sala. “Non basta essere sostenibili nei contenuti, dobbiamo esserlo anche nelle modalità di produzione”, ha risposto Natale a una studentessa che ha interrogato relatori e relatrici sull’effettiva sostenibilità dei set di Un posto al sole. Il direttore di Rai per la sostenibilità – Esg ha annunciato a questo proposito la creazione del progetto “Evento sostenibile” all’interno del palinsesto pubblico, che riguarderà la produzione di eventi in cui “ti dovrai porre il problema non solo dei contenuti ma anche del modo in cui produci l’evento, che fine fanno le scenografie che usi, quanta CO2 si produce. Questa è la serie di questioni su cui stiamo ragionando”. Giovannini ha invece esortato gli studenti e le studentesse a “mettere in crisi i vostri professori”, facendo domande e chiedendo loro un livello sempre più alto di conoscenza e consapevolezza su questi temi.

A chiudere il convegno sempre la giovane Piccirillo: “Amate l’ambiente, perché così comincerete ad amare anche voi stessi e il vostro futuro”.

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di Redazione ASviS

 

mercoledì 10 maggio 2023
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