All’evento del Festival sui mondi culturali, al Salone del Libro, il valore di comunicare la sostenibilità, le sinergie pubblico-privato, la responsabilità sociale delle imprese. Presentato il primo travel planner inclusivo italiano.
Al Salone del libro di Torino, durante il Caffè Letterario, il 19 maggio si è svolto l’incontro “Attraverso lo specchio tra sviluppo sostenibile e cultura”, organizzato dall’ASviS nell’ambito della tappa torinese del Festival dello Sviluppo Sostenibile, con i tutor Iren e Fondazione Compagnia di San Paolo. Moderati da Marco Frittella, direttore Rai Libri, i relatori hanno discusso di musei tra memorie e futuro, nuovi linguaggi per comunicare la sostenibilità e storie imprenditoriali inclusive.
Luca Dal Fabbro, presidente di Iren, ha parlato di una “cultura del no” che soffoca il Paese, da sostituire con quella del “fare sostenibile”: “le persone e le comunità devono comprendere che la sostenibilità non è un costo ma un grande vantaggio per l’Italia. Abbiamo molto sole ma lo sfruttiamo poco, potremmo installare altri 80mila megawatt ma per questioni di procedure, della politica del non fare, non riusciamo. Possiamo sviluppare anche altri dieci miliardi di metri cubi di gas aiutando gli agricoltori a trattare i rifiuti”. In parallelo, ha aggiunto Dal Fabbro, serve una maggiore cultura tecnica nella comprensione dei fenomeni ambientali: “Quello che sta accadendo nella bassa emiliana dimostra che il climate change è arrivato e dimostra soprattutto che lo abbiamo sottovalutato”.
Giuseppe Lavazza, presidente dell’omonimo gruppo leader nel settore del caffè, ha illustrato la strategia di sostenibilità in tre livelli della sua azienda: la Fondazione Lavazza, che è arrivata nel corso degli anni ad avere al suo attivo 33 progetti in 21 Paesi, che coinvolgono circa 180mila produttori di caffè; i piani interni di riduzione dell’impatto, grazie ai quali una quota crescente dell’energia nei siti produttivi proviene da fonti rinnovabili, così come il 65% del packaging dell’azienda è già riciclabile; i progetti per promuovere cultura e conoscenza dello sviluppo sostenibile, a partire da quello che viene chiamato il Goal Zero, ideato da Lavazza in aggiunta ai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, che si prefigge di comunicare in senso più ampio la sostenibilità. E una “Goal Zero Area”, ha ricordato Lavazza, è situata all’interno del Muse – Museo delle Scienze di Trento, in un progetto che coinvolge altre sette aziende partner con la supervisione dell’ASviS.
Michele Lanzinger, direttore del Muse e presidente di Icom Italia, ha detto che “i musei oggi non sono solo luoghi di archivio, ma grandi macchine di elaborazione del presente per pensare al futuro. I musei si affermano con valori e missioni in cui il tema della sostenibilità è richiamato esplicitamente, nella componente ambientale ma anche in quella sociale. I musei rappresentano la voce delle comunità, il nostro sforzo è far sì che questa cultura porti il ragionamento sullo sviluppo sostenibile. Vi chiedo: pensate che questo sia un affare di qualche curatore museale o un affare complessivo per la nostra comunità?”
In foto, da sinistra: Marco Frittella, Luca Dal Fabbro, Marta Grelli, Giuseppe Lavazza, Simonetta Giordani, Michele Lanzinger
Simonetta Giordani, segretaria generale di Civita, ha invitato a orientare le azioni, singole e collettive, in una virtuosa sinergia pubblico-privato: “Oggi l'Agenda 2030 dà a tutte le imprese la possibilità di mettere in pratica e declinare in modo nuovo il rapporto tra pubblico e privato. Le aziende hanno prima di tutto l'obiettivo di creare valore economico, altrimenti non starebbero in piedi, ma accanto a questo il mondo della finanza e la comunità chiedono loro di dimostrare un impatto positivo sull'ambiente e sulla società”. Questo vale, ha aggiunto Giordani, anche per le istituzioni culturali, che “non possono più rimanere isolate nel loro territorio ma devono essere diffusori di cultura sostenibile, riagganciare le comunità, i ragazzi”.
L’evento è proseguito con la presentazione ufficiale della startup Travelin, il primo travel planner inclusivo d’Europa, che offre anche alle persone con disabilità la possibilità di creare il proprio itinerario di viaggio, usando filtri di accessibilità che meglio corrispondano alle proprie esigenze. L’idea è stata concepita e sviluppata dall’imprenditrice 26enne Marta Grelli, Ceo di Travelin, che ha dichiarato: “Abbiamo voluto creare una piattaforma inclusiva, perché di solito si tende a personalizzare il viaggio sul prezzo o sul tipo di lusso ma non si cerca di capire di cosa ha realmente bisogno una persona. Eppure il 17% delle persone necessita di informazioni sull'accessibilità: questo vuol dire che la sostenibilità conviene davvero, anche a livello economico”. In quest’ottica, Travelin ha già avviato collaborazioni con due comuni pilota, ossia Cremona e San Vito al Tagliamento.
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Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, ha parlato della transizione come di una sfida culturale, oltre che economica e sociale, aggiungendo che “ci sono pezzi della società che sono totalmente refrattari o hanno interessi opposti a quelli di cui abbiamo sentito parlare. La transizione rischia di lasciare indietro soggetti che non vogliono cambiare, perché hanno un'ottica di brevissimo termine. C’è un tema di etica che dobbiamo costruire grazie alle associazioni culturali e i musei”.
di Andrea De Tommasi