Dal Festival l’appello della società civile per “tenere acceso il futuro”

Con quasi mille eventi nel Festival dello Sviluppo Sostenibile, i cittadini hanno scelto la strada della sostenibilità, condividendo buone pratiche e proposte. È tempo che il governo risponda, con documenti e atti concreti.


di Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, presidenti ASviS

La sostenibilità tiene acceso il futuro”. È questo il messaggio che ha guidato milioni di persone a maggio, che hanno voluto organizzare eventi, partecipare a incontri, condividere idee e best practice dal vivo e in rete. La settima edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, che si è concentrata nei giorni dall’8 al 24 maggio, ha rappresentato una grande manifestazione collettiva di cittadine e cittadini per impegnarsi in prima persona e chiedere alla politica di tenere viva la prospettiva di un futuro sostenibile.

Un appello racchiuso nei 984 eventi del cartellone, fatti di storie, esperienze e confronti per tutelare il Pianeta, le persone e il sistema economico e sociale del nostro Paese, parlando di salvaguardia della biodiversità marina e terrestre, sfide energetiche e climatiche; così come di lotta a fame e povertà, o di welfare e salute, uguaglianza e parità di genere, tutela del lavoro dignitoso per tutte e tutti, educazione e competenze; ma anche del ruolo delle imprese e dell’innovazione, di modelli responsabili di produzione e consumo, interventi per città più sostenibili; e ancora, pace, giustizia e multilateralismo. Tanti temi di confronto, tutti al centro dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che la gran partecipazione al Festival ha testimoniato essere una base ideale condivisa verso il nostro futuro per una parte consistente della società civile.

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L’ASviS ha organizzato insieme ai suoi Gruppi di lavoro 24 di questi eventi, attraverso un format itinerante innovativo, dopo tre anni in cui, a causa della pandemia, i principali incontri erano stati organizzati e trasmessi da Roma. Cinque le tappe in giro per l’Italia, svolte grazie alle partnership con amministrazioni comunali e atenei, per approfondire una diversa dimensione della sostenibilità: sociale a Napoli, ambientale a Bologna, economica a Milano, culturale a Torino, istituzionale a Roma. Un Festival dal vivo nei territori e con i territori, ma con un grande interesse anche in rete e sui media: la mobilitazione sui social ha raggiunto 121 milioni di impressions, mentre attraverso 70 ore di dirette streaming sono state raggiunte 15 milioni di persone, con oltre 1,9 milioni di visualizzazioni, anche grazie alla condivisione degli eventi sui siti Ansa e Rai, e la campagna del Festival sulle reti tv e radio della Rai grazie alla collaborazione con il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio ha ottenuto oltre 48,4 milioni di contatti lordi. Gli incontri hanno ospitato dibattiti costruttivi per il nostro Paese, anche per merito delle competenze degli oltre 150 relatori e relatrici che sono intervenuti e hanno dialogato tra loro e con le Istituzioni, inclusi 22 tra ministri, viceministri, sottosegretari, presidenti di Regione e sindaci. Tutto ciò è stato reso possibile non solo grazie ai partner istituzionali del Festival, ma anche a tutte le imprese partner che hanno creduto nell’iniziativa e che si impegnano ogni giorno di più nel loro cammino verso lo sviluppo sostenibile. Il nostro ringraziamento va dunque ai cittadini e a tutti i nostri sostenitori che hanno reso possibile questa manifestazione.

Al Festival ha contribuito anche FUTURAnetwork, la rete promossa dall’ASviS con altre organizzazioni studiose di futuri, trasmettendo sul suo sito il convegno dell’Associazione futuristi italiani e quello su etica e intelligenza artificiale organizzato a Torino con il Cortile dei gentili, e anche i tre eventi su scuola, città sostenibili ed economia circolare promossi con Platea 2030 nell’ambito del “dialogo italo – tedesco”.

Al Festival non ci sono stati solo eventi, ma anche tante collaborazioni e iniziative. Quest’anno abbiamo avuto due ambassador speciali per la manifestazione, la cantante Elisa e lo showman Fiorello, che con la loro empatia ci hanno aiutato a diffondere i messaggi e sviluppare interesse verso la sostenibilità. Con la Rai abbiamo lanciato 10 podcast originali, introdotti da un immaginario giornale radio del futuro sulle conseguenze del non avere adottato scelte sostenibili, seguito da riflessioni sulle possibili soluzioni ispirate dal decalogo ASviS "Dieci idee per un’Italia sostenibile". Abbiamo tenuto con Ansa una nuova edizione di “Voci sul futuro”, il ciclo di dibattiti con esperti italiani e internazionali su temi cruciali per il presente e per i prossimi anni. E poi ci sono stati tanti altri “nuovi percorsi” avviati in occasione del Festival: dai premi Innovation village award e Pa sostenibile 2030 alle collaborazioni con AWorld e Treedom che hanno portato alla piantumazione di 150 alberi e oltre 53mila buone azioni dei cittadini per ridurre l’impronta ecologica, dalle illuminazioni simboliche di quattro storici monumenti italiani per far conoscere l’Agenda 2030, alle performance teatrali del Piccolo Teatro di Milano e di “Impronte”, solo per citarne alcune.

E poi quattro pubblicazioni: il Position Paper sulla decarbonizzazione dei trasporti, elaborato nella prospettive della revisione del Piano nazionale integrato energia e clima rispetto alla mobilità (analisi che a giugno estenderemo sui vari aspetti pubblicando un nuovo documento sul Pniec), che offre analisi e proposte promuovendo l’elettrificazione per tutti i mezzi di mobilità in cui è possibile e richiamando l’attenzione sulle false rinnovabili; il Policy brief “Il salto da gigante. Nuove politiche globali per vincere le sfide del nostro tempo”, che incoraggia a discutere la traduzione in atti politici dei contenuti più innovativi del Rapporto al Club di Roma Earth for All”; il Position Paper “L’eguaglianza di genere: un obiettivo trasversale”, che esamina i diversi volti della disuguaglianza tra uomo e donna con quattro focus di analisi (lavoro, processi di empowerment e leadership, violenza, salute) e proposte; infine, la raccolta “Next generation schools”, costituita da una selezione di esperienze scolastiche di nuovi ambienti di apprendimento, aperta ora al contributo di tutti tramite l’omonimo blog su FUTURAnetwork.

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Insomma, un cartellone ricco di eventi e iniziative di vario tipo, che hanno visto la partecipazione soprattutto di scuole e università (che hanno organizzato circa 300 eventi, con il supporto in particolare della Rete delle università per lo sviluppo sostenibile), soggetti locali che hanno coordinato i Festival territoriali di Garda, Modena, Parma, Po e Sardegna, gli stessi aderenti all’ASviS ma anche tante altre associazioni, imprese e singoli cittadini. Come ogni anno, grazie al ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, siamo riusciti a oltrepassare i confini nazionali con l’iniziativa “il Festival nel mondo” per diffondere i messaggi della manifestazione anche all’estero. E oltre agli eventi in cartellone si aggiungono i circa 600 incontri di importanti manifestazioni che hanno deciso di “gemellarsi” con il Festival dello Sviluppo Sostenibile per perseguire l’obiettivo comune di proporre un cambiamento culturale del sistema.

Insomma, una mobilitazione davvero unica di tanti attori diversi per un impegno maggiore sullo sviluppo sostenibile, a cui ora devono seguire risposte politiche concrete.

Il punto di partenza è la volontà di programmare la transizione ecologica, perché questa consente all’Italia di agire in maniera efficace, sia nel breve che nel lungo periodo, aumentando la resilienza – una caratteristica fondamentale in un periodo storico afflitto da crisi multiple – per consentirci così non solo di arrivare più preparati, ma anche di trasformare i nostri modelli.

Programmare significa soprattutto affrontare al più presto il calendario di alcuni importanti impegni, come abbiamo chiesto alle istituzioni nell’evento di chiusura del Festival, partecipato da tutte le forze politiche. Dalla presentazione della bozza del Piano integrato energia e clima (Pniec) entro giugno alle iniziative di attuazione del nuovo Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), dall’approvazione politica della nuova Strategia nazionale di sviluppo sostenibile (SNSvS) alla convocazione del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite), che non si è più riunito dalla formazione del nuovo governo. Inoltre per l’ASviS, ma anche per diversi parlamentari che hanno partecipato all’incontro, si deve arrivare a una legge sul clima, analogamente a quanto avvenuto in altri Paesi europei, per dare forza normativa alle indicazioni in difesa dell’ambiente.

Queste sono solo alcune delle richieste più urgenti da cui partire, che rappresentano le fondamenta necessarie per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese, ma come ASviS abbiamo presentato un articolato pacchetto di proposte concrete (riepilogate qui alle pagine 21-23), sistemiche e trasversali, immediatamente attuabili. E ora, se vogliamo garantire realmente la sostenibilità del Paese, serve uno sforzo di condivisione, un impegno su cui abbiamo già ricevuto alcuni riscontri positivi. La possibilità che venga avviata una Commissione in seno al Parlamento per la valutazione dei risultati ottenuti nell’attuazione dell’Agenda 2030 e i passi da compiere, ad esempio, è stato ritenuto un buon punto di partenza comune da diverse forze politiche, perché avere una condivisione di analisi e lettura della realtà è fondamentale. Un risultato di questo tipo sarebbe un segnale straordinario del ruolo del Parlamento sui temi dello sviluppo sostenibile, oltre che un’occasione unica per il Paese, per questo ci auguriamo e ci impegneremo affinché si prosegua su questa strada.

Analizzare oggettivamente la realtà è importante anche per continuare a sviluppare il dibattito culturale del Paese su questi temi, un impegno che l’ASviS porta avanti ogni giorno attraverso il suo lavoro di sensibilizzazione, educazione e confronto. Un dibattito che vogliamo approfondire soprattutto con i giovani. Come Alleanza ci siamo impegnati a far inserire in Costituzione il concetto di giustizia intergenerazionale, a sollecitare le istituzioni a valutare l’impatto generazionale delle politiche e a confrontarci con loro, perché crediamo che un futuro sostenibile e inclusivo e la costruzione di una democrazia partecipata siano possibili solo con il loro contributo. Abbiamo agito per i giovani, ma vogliamo rafforzare il nostro impegno ad agire con i giovani. Per ascoltarli, sostenere i loro bisogni e costruire insieme un mondo in grado di rispecchiare le loro aspettative.

Sviluppare il dibattito culturale è fondamentale perché consente di portare l’Italia in una direzione che non guarda ai singoli ambiti su cui intervenire, ma che assume un approccio olistico in grado di “unire i puntini” per realizzare un cambiamento del modello economico che sia al tempo stesso rispettoso del Pianeta ma anche attento a “non lasciare indietro nessuno”, come ci ricorda la stessa Agenda 2030. Come ha ricordato alla chiusura del Festival il nostro direttore scientifico, Enrico Giovannini, sullo stato di attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile: “non bisogna solo accelerare quelle curve, ma portarci tutto il Paese”, è questa la grande sfida di una transizione giusta. Siamo ormai a metà del quindicennio di attuazione dell’Agenda 2030, e il prossimo Rapporto annuale dell’ASviS farà il punto sugli obiettivi raggiunti in questi sette anni e sugli impegni da qui al 2030.

Infine, vorremmo chiudere con una riflessione legata alle recenti alluvioni in Emilia-Romagna, che tra l’altro hanno anche impedito la realizzazione di alcuni eventi che erano stati organizzati nel Festival. Il nostro territorio, il meraviglioso territorio italiano apprezzato in tutto il mondo, va difeso. Il disastro che ha messo in ginocchio la Regione e causato 16 vittime ci impone di fare i conti con una nuova normalità, legata alla crisi climatica. E allora per arrivare preparati bisogna definire con urgenza puntuali piani di adattamento specifici per i diversi territori e strategie di lungo termine che tengano conto del repentino innalzamento delle temperature globali. Come discusso nella puntata del 29 maggio di Alta Sostenibilità su Radioradicale, lo sforzo per abbassare le emissioni di CO2, una legge per fermare il consumo di suolo, un'attenta manutenzione dei corsi fluviali sono solo alcuni degli aspetti su cui intervenire, in una logica di adattamento alle inevitabili conseguenze del cambiamento climatico e di gestione consapevole del rischio idrogeologico. Occorre dedicare più tempo e più risorse alle strategie multilivello e strutturare le strategie regionali di sviluppo sostenibile, come abbiamo già fatto insieme a diverse Regioni, per proteggere i nostri territori.

Dopo la catastrofe naturale che ci ha colpito la società civile ha lanciato un appello chiaro alla politica; ora spetta al governo rispondere prendendo le decisioni strategiche necessarie. L’ASviS come sempre sarà pronta al dialogo per aiutare il Paese a orientarsi verso lo sviluppo sostenibile. Perché la partita dell’Agenda 2030 è ancora tutta da giocare, insieme, e con maggiore slancio a tutti i livelli, per “tenere acceso il nostro futuro”.

giovedì 8 giugno 2023