All’evento di chiusura del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2023, l’ASviS ha presentato risultati e proposte alle Istituzioni. Il dibattito tra le forze politiche, l’urgenza di decisioni strategiche, il nesso sostenibilità-essere umano.
“Tutti gli attori istituzionali occorre si rendano promotori di iniziative volte all’affermazione e diffusione di un vero e proprio senso comune della sostenibilità, solo in tal modo si potranno raggiungere i risultati ambiziosi dell’Agenda 2030”. Sono queste le parole con cui Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei deputati, ha aperto la conferenza finale del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2023, dal titolo “L’Italia e lo sviluppo sostenibile: urgenze, aspettative e impegni”, tenuta dall’ASviS il 24 maggio presso l’Aula dei Gruppi parlamentari della Camera per presentare alle istituzioni i risultati della manifestazione e i prossimi passi da intraprendere per il percorso di sviluppo sostenibile del Paese.
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L’introduzione dell’incontro è stata affidata a Marcella Mallen, presidente dell’ASviS, che ha condiviso alcuni numeri del Festival: mille eventi registrati, di cui 24 organizzati direttamente dall’Alleanza con un format itinerante di cinque tappe in giro per l’Italia (Napoli, Bologna, Milano, Torino e Roma) e 70 ore di dirette streaming che hanno raggiunto 15 milioni di persone. La presidente ha anche ripercorso alcune delle collaborazioni e iniziative più significative, dai “Talk sul futuro” con Ansa e Rai alle collaborazioni con Elisa e Fiorello, dalle pubblicazioni all’impegno di Garda, Modena, Parma, Po e Sardegna per l’organizzazione di Festival territoriali, e tanti altri “nuovi percorsi” avviati in occasione del Festival. Ma “l’attuazione dell’Agenda 2030 è ancora una partita da giocare e da giocare insieme, con maggiore slancio a tutti i livelli”, ha ricordato Mallen.
Successivamente è stato diffuso un video-messaggio di Amina J. Mohammed, vicesegretaria generale delle Nazioni Unite, che ha evidenziato come le attuali crisi multiple abbiano rallentato il percorso verso il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e dimostrato quanto sia importante mobilitare ora tutte e tutti per il nostro futuro. “Questi shock devono servire a risvegliarci”, ha affermato Mohammed, “è l’ora di levarci tutti insieme per realizzare un piano di salvataggio per il Pianeta e le persone”.
Ha preso poi la parola Fabrizia Lapecorella, vicesegretaria generale dell’Ocse, che ha focalizzato il suo intervento sull’importanza di adottare politiche globali coordinate di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, “con un approccio che affronti congiuntamente, e non separatamente, questi due aspetti”. Lapercorella ha concluso il suo intervento condividendo alcune iniziative dell’Ocse su questi temi, dal Forum inclusivo sugli approcci alla mitigazione del carbonio, che “vuole stabilire un linguaggio comune, come presupposto imprescindibile per consentire il coordinamento delle politiche”, al nuovo Rapporto “Net zero+”, che riunisce tutto il lavoro dell’organizzazione sul clima.
Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, ha aperto il suo intervento illustrando innanzitutto lo stato di attuazione in Italia degli Obiettivi dell’Agenda 2030, che “dovrebbero essere tutti in crescita, e invece non lo sono”, con anche ampie disuguaglianze territoriali che pongono un tema aggiuntivo: “non bisogna solo accelerare quelle curve, ma portarci tutto il Paese”. Ha dunque presentato le proposte dell’ASviS alle Istituzioni (qui la presentazione completa): dall’approvazione della nuova Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, che il ministro Gilberto Pichetto Fratin durante il Festival si è impegnato a far approvare il prima possibile, alla decisione di orientare i circa 140 miliardi dei fondi di coesione nazionali ed europei 2021-2027 verso la realizzazione dell’Agenda 2030; dall’approvazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, dotandolo delle “gambe finanziarie che attualmente non ha”, all’elaborazione entro giugno del Piano nazionale integrato energia e clima e all’aumento dell’Aiuto pubblico allo sviluppo.
L’ASviS inoltre chiede che il Presidente del Consiglio: avvii l’attività del Comitato interministeriale per le politiche urbane (Cipu); adotti una direttiva ai ministeri per inserire nelle relazioni illustrative delle proposte normative una valutazione del loro impatto sull’avanzamento dell’Agenda 2030; attui la direttiva al Cipess sulla sostenibilità degli investimenti pubblici; promuova una cultura della rendicontazione degli impatti sociali e ambientali dell’attività delle pubbliche amministrazioni centrali e territoriali, in analogia con quanto le Direttive europee fanno con riferimento alle imprese. Infine, l’Alleanza propone che il Parlamento si doti di strumenti per valutare ex-ante le proposte di legge alla luce dell’Agenda 2030 e della riforma costituzionale; avvii una Commissione bicamerale per la valutazione dell’attuazione dell’Agenda 2030 che conduca un’analisi delle politiche finora perseguite e dia indicazioni sui prossimi passi da compiere, che “sarebbe un segnale straordinario del ruolo del Parlamento su questi temi”; proceda all’approvazione della proposta di legge sulla rigenerazione urbana predisposta nella scorsa legislatura, attesa da dieci anni; approvi una Legge italiana sul clima, analoga a quella approvata negli altri grandi Paesi europei; istituisca il 22 febbraio la “Giornata nazionale della sostenibilità”.
In foto da sinistra: Pierluigi Stefanini, Marcella Mallen, Enrico Giovannini, Fabrizia Lapecorella
La parola è poi passata ad Alfredo Mantovano, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, che si è concentrato sul concetto di sostenibilità e del suo legame con l’essere umano. “La sostenibilità non è un valore in sé, non è un totem, ma è un valore per l’uomo. Non vi è autentica sostenibilità senza rispetto per i caratteri fondativi della persona umana”. Mantovano ha poi confermato “l’intenzione del governo di approvare quanto prima la nuova Strategia nazionale di sviluppo sostenibile”.
In apertura del panel “Le forze politiche rispondono alla sfida della sostenibilità” è intervenuta Chiara Braga, presidente del Gruppo Partito democratico alla Camera dei deputati, che ha affermato “la sfida oggi è quella di dare sostanza e concretezza a una modifica costituzionale (ndr: quella sulla giustizia intergenerazionale) e riuscire a portare quei valori nella nostra attività legislativa ordinaria”, chiedendo alla forza di opposizione e ai colleghi la “costruzione e tutela di uno spazio di iniziativa parlamentare su questi temi, che serve per trovare dei punti di condivisione meno caratterizzati da una connotazione politica”. A tal fine Braga ha ritenuto “stimolante e condivisibile creare un luogo istituzionale per la valutazione dell’Agenda 2030 sui risultati ottenuti e i passi da compiere”. Nelle conclusioni ha ricordato alcune proposte di legge che per essere approvate richiedono un nuovo slancio, dalla Legge sulla rigenerazione urbana a quella sul consumo di suolo, fino all’approvazione della Legge nazionale sul clima.
Erica Mazzetti, componente del Gruppo Forza Italia e della Commissione Ambiente della Camera, è intervenuta in merito alla transizione energetica e climatica, evidenziando che “con l’ideologia non si va da nessuna parte, dobbiamo fare quello che è necessario”. Sul tema energia “l’Italia deve diventare autosufficiente a livello economico e ambientale, ma questo si può fare solo con un mix energetico”, partendo dalle fonti di energia naturali, ma “con le energie da fonti rinnovabili e basta non si potrà sopperire al fabbisogno di tutta la nazione. Sicuramente del gas oggi non possiamo farne a meno da un giorno all’altro”. Mazzetti si è dimostrata favorevole all’estrazione a livello nazionale del gas, ai termovalorizzatori, all’inserimento dell’energia nucleare nel mix di energia, e ha annunciato la preparazione di una riforma sull’efficientamento idrico e sismico degli immobili.
La parola è passata a Domenico Furgiuele, vicecapogruppo Lega alla Camera dei deputati, che ha affermato: “Il Pnrr è una spinta molto importante, dal momento che contempla sia opere fisiche, sia riforme che vanno nella direzione di snellire, sburocratizzare, velocizzare e realizzare. Quello di cui ha bisogno il nostro Paese è di realizzare delle infrastrutture efficienti e che non siano solo fisiche, ma anche in grado di interconnettersi con gli utenti”. Tra le opere ha sostenuto la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, per aumentare lo spostamento delle persone su rete ferroviaria.
Gianni Lampis, componente del Gruppo Fratelli d’Italia e della Commissione Ambiente, ha raccontato la sua precedente esperienza di assessore regionale alla difesa dell’ambiente della Regione Sardegna, quando insieme all’ASviS e alla comunità regionale ha portato all’approvazione della Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile dell’Isola. “Le Regioni possono e hanno un ruolo importante anche sui grandi temi, perché il lavoro nel territorio serve per coinvolgere, condividere, analizzare i punti di forza e soprattutto partire dai punti di debolezza, come l’istruzione, i temi sociali, o il pensare che l’economia sia un nemico delle politiche ambientali”. Lampis ha poi evidenziato l’importanza di colmare il ritardo sugli strumenti di pianificazione nazionale sul clima e condividerli con le comunità locali, che “servono per prevenire le emergenze”.
Matteo Richetti, presidente del Gruppo Azione – Italia viva alla Camera dei deputati, si è soffermato sulle divergenze culturali del nostro Paese, sostenendo che “non c’è in atto uno scontro solo sul tema fascisti e non fascisti, ma c’è un bella discussione culturale su cosa significhi mettere la società in condizioni di sostenibilità”. Per Richetti, la sostenibilità è “il risultato della vittoria nella battaglia alle disuguaglianze”. Sul punto energetico, invece, ha dichiarato: “non saremo d’accordo su come arrivare al Green deal europeo, ma siamo l’unico Paese che non ha ancora stabilito come si compone questo benedetto mix energetico”. Bisogna prendere delle decisioni, ha affermato, cominciando “con un lavoro rigoroso fino alla radicalità sul tema dell’impatto della legislazione, così almeno non scappiamo più, così nessuno rifugge alla discussione ideologica, perché le scelte stanno dentro a una misurazione oggettiva delle conseguenze”.
Agostino Santillo, vicecapogruppo alla Camera per il Movimento 5 Stelle, ha toccato alcuni temi chiave su cui intervenire subito: accelerare sull’efficientamento energetico e sulle comunità energetica; ridurre i rifiuti, con vantaggi anche per le imprese; tutelare l’acqua, perché “siccità e alluvioni sono due facce della stessa medaglia”; rinnovare il parco mezzi e potenziare la mobilità condivisa, anche puntando all’obiettivo europeo di zero morti entro il 2050; puntare al consumo suolo zero e alla rigenerazione urbana. “Sono tantissime le cose da fare in poco tempo, le aspettative ahimè non sono floride: sono in un Parlamento in cui il governo pensa a nuove trivellazioni, rigassificatori, centrali nucleari, Ponte sullo stretto, quando tutte le infrastrutture del Sud sono obsolete e bisognerebbe potenziarle e mettere in sicurezza il territorio. Il Ponte sarà importante, ma sarà importante un domani”.
La parola è passata a Manfred Schullian, presidente del Gruppo misto della Camera dei deputati, che ha affermato che “ormai usare la parola ‘emergenza’ è diventato fuori luogo”, è il tempo cambiare prospettiva. “È la politica che deve assumersi la responsabilità anche di decisioni impopolari”, ha proseguito, sottolineando che per adottare il passaggio culturale necessario servono politiche di sostenibilità basate sul criterio di sussidiarietà.
A chiudere il panel, Luana Zanella, presidente del Gruppo Alleanza verdi e Sinistra della Camera dei deputati. “Dobbiamo pensare in termini di sviluppo umanistico, di rafforzamento di una civiltà umana, ma non so se l’aver messo l’uomo al centro di tutte le cose sia stato proprio un bene”, ha riflettuto. Per cominciare è importante condividere una analisi: “da qualche parte bisogna partire: dal punto di vista ideologico no, dal punto di vista della cultura è difficile”, allora da una analisi perché “è fondamentale che ci sia condivisione di lettura della realtà”. Bisogna assumere l’urgenza del cambiamento climatico, ha sottolineato, e bisogna farlo anche per prendere di conseguenza le decisioni giuste. Invece, l’idea di una “Italia come hub del gas va nella direzione opposta”.
Le conclusioni sono state affidate a Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS, che ha riassunto il percorso compiuto con due parole: densità, per il valore dei contenuti, e ampiezza, per il numero di persone raggiunte. Poi, citando il presidente Mattarella che invita a “paradigmi di sviluppo e soluzioni concrete”, ha evidenziato che “le indicazioni programmatiche che l’Alleanza mette a disposizione del Paese hanno un’intima capacità di essere sistemiche e trasversali al tempo stesso. E non è facile, perché sappiamo bene come ci sia il rischio di procedere per silos, compiendo scelte inadeguate per il nostro futuro, senza capire che la dimensione olistica e sistemica è la chiave. E le nostre proposte, se ci pensate, sono soluzioni realistiche che possono essere tempestivamente assunte. Come veniva detto oggi, troviamo il modo perché ci sia almeno uno sforzo di condivisione”.
In merito alla recente alluvione che ha colpito il Centro Italia, il presidente ha manifestato la volontà di fare una chiamata agli aderenti all’Alleanza di sostegno solidale, come già fatto in occasione della pandemia e della guerra con l’iniziativa #AlleanzaAgisce. Stefanini ha concluso sottolineando il valore dei territori e delle Strategie regionali e precisando: “Sarebbe bello dedicassimo un po’ più tempo alle strategie multilivello e un po’ meno all’autonomia differenziata, credo che sarebbe un bene per il Paese”.
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di Flavia Belladonna