Tappa di Roma: l’iniziativa sugli stereotipi di genere e l’evento di chiusura
Al centro dell’evento sui Goal 1 e 10 l’esclusione delle donne dalle transizioni digitale ed ecologica. All’appuntamento conclusivo la consegna alle istituzioni dei risultati del Festival e le proposte dell’ASviS.
La tappa romana della settimana edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile ha visto lo svolgimento dell’evento organizzato dal Gruppo di lavoro ASviS sui Goal 1 “Sconfiggere la povertà” e 10 “Ridurre le disuguaglianze”, insieme al Forum disuguaglianze diversità e con la collaborazione del Gruppo di lavoro sul Goal 5 "Parità di genere". L’iniziativa ha fatto emergere gli ostacoli che devono superare le donne per far fronte agli stereotipi che gli vengono affibbiati, e come questi le stiano penalizzando nel percorso verso le transizioni digitale ed ecologica. Nell’evento conclusivo del Festival invece sono stati presentati ai delegati del governo e dei partiti politici eletti in Parlamento i numeri e i risultati della manifestazione, che sono raccontati in maniera estesa nell’editoriale dei presidenti dell’ASviS, Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini (link).
Di seguito alcune delle tematiche emerse durante la tappa di Roma.
Alle radici delle disuguaglianze di genere: il ruolo degli stereotipi nelle transizioni (23 maggio)
L’iniziativa ha esaminato gli stereotipi di genere in relazione alle diverse fasi di vita di una donna, intersecandoli con due processi in atto: la transizione digitale e la transizione ecologica. Due percorsi dagli effetti non neutri, la cui direzione può contribuire a diminuire o aumentare le disuguaglianze di genere. Strategico il ruolo dell’educazione e della formazione fin dalla scuola dell’infanzia. È necessario potenziare l’insegnamento delle materie scientifico-tecnologiche (Stem), che vengono definite da Ersilia Vaudo, dell’Agenzia spaziale europea, come degli “abilitatori di pari opportunità”, e integrare uno sguardo di genere in tutte le politiche ambientali, considerando che le donne sono più esposte degli uomini agli impatti legati ai cambiamenti climatici. All’incontro è intervenuta anche Celeste Costantino, già deputata e coordinatrice dell’Osservatorio per la parità di genere del ministero della Cultura, che ha auspicato una campagna per l’adozione in questa legislatura di una legge sull’educazione all’affettività nelle scuole e che ha affermato: “il primo tassello è l’educazione alla sessualità, che vuol dire imparare a conoscere il proprio corpo. L’altro tassello è l’educazione di genere, per far emergere le donne e la loro storia. L’ultimo segmento è l’educazione civica, imparare quali sono i nostri diritti e doveri”.
L’Italia e lo sviluppo sostenibile: urgenze, aspettative e impegni (24 maggio)
Nell’evento di chiusura, l’ASviS ha illustrato alle Istituzioni le sue proposte (qui la presentazione completa): dall’approvazione della nuova Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, che il ministro Gilberto Pichetto Fratin durante il Festival si è impegnato a far approvare il prima possibile, alla decisione di orientare i circa 140 miliardi dei fondi di coesione nazionali ed europei 2021-2027 verso la realizzazione dell’Agenda 2030; dall’approvazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), per dotarlo delle “gambe finanziarie che attualmente non ha” come ha rimarcato durante l’iniziativa Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, all’elaborazione entro giugno del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) e all’aumento dell’Aiuto pubblico allo sviluppo.
L’ASviS inoltre ha chiesto che la Presidente del Consiglio: avvii l’attività del Comitato interministeriale per le politiche urbane (Cipu); adotti una direttiva ai ministeri per inserire nelle relazioni illustrative delle proposte normative una valutazione del loro impatto sull’avanzamento dell’Agenda 2030; attui la direttiva al Cipess sulla sostenibilità degli investimenti pubblici; promuova una cultura della rendicontazione degli impatti sociali e ambientali dell’attività delle pubbliche amministrazioni centrali e territoriali, in analogia con quanto le Direttive europee fanno con riferimento alle imprese. Infine, l’Alleanza ha sottolineato la necessità che il Parlamento si doti di strumenti per valutare ex-ante le proposte di legge alla luce dell’Agenda 2030 e della riforma costituzionale; avvii una Commissione bicamerale per la valutazione dell’attuazione dell’Agenda 2030 che conduca un’analisi delle politiche finora perseguite e dia indicazioni sui prossimi passi da compiere, che “sarebbe un segnale straordinario del ruolo del Parlamento su questi temi”; proceda all’approvazione della proposta di legge sulla rigenerazione urbana predisposta nella scorsa legislatura, attesa da dieci anni; approvi una Legge italiana sul clima, analoga a quella approvata negli altri grandi Paesi europei; istituisca il 22 febbraio la “Giornata nazionale della sostenibilità”.
A conclusione dell’evento di finale, Pierluigi Stefanini, presidente dell’Alleanza, ha auspicato la realizzazione di uno “sforzo condiviso” tra i partiti eletti in Parlamento per parlare “delle indicazioni programmatiche che l’Alleanza mette a disposizione del Paese, le quali hanno un’intima capacità di essere sistemiche e trasversali al tempo stesso”. L’intervento di Stefanini ha voluto mettere in risalto i punti comuni che, nonostante le differenze politiche, possono essere la base per un confronto tra le forze parlamentari, per discutere dei temi dell’Agenda 2030 con una visione “olistica e sistemica”, e non settorializzata.
di Milos Skakal