Tappa di Milano: imprese, finanza sostenibile, territori e multilateralismo
Dalle iniziative sulla sostenibilità economica: per le aziende la transizione va affrontata con un’attenta pianificazione, fondi Esg sempre più centrali per il mondo bancario. Idee e proposte per rafforzare la cooperazione internazionale.
Dalle prospettive del multilateralismo al ruolo delle imprese e della finanza nella giusta transizione, dalla lotta al green e social washing alla territorializzazione dell’Agenda 2030, fino al “salto da gigante” che serve al pianeta per vincere le sfide del nostro tempo. La tappa milanese (15-17 maggio) della settima edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile ha approfondito gli aspetti più economici del percorso verso l’Agenda 2030 delle Nazioni unite, senza dimenticare il quadro geopolitico globale in tempi di crisi del multilateralismo in cui l’Italia e l’Europa possono e devono giocare un ruolo da protagoniste.
Di seguito alcuni passaggi chiave emersi dagli eventi milanesi.
Crisi geopolitiche, multilateralismo, aiuto allo sviluppo: quali scenari futuri? (15 maggio)
La pandemia e la guerra, ma anche la crisi energetica, stanno impattando duramente sulla politica internazionale. Come ha osservato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, all’evento organizzato dal Gruppo di lavoro sul Goal 17 “Partnership per gli Obiettivi”, “sembra che si sia esaurita la spinta al multilateralismo di cui l’Agenda 2030 ha rappresentato uno dei punti più alti”. Ma in quella che appare come “una terza guerra mondiale a pezzi”, ha aggiunto Giovannini, l’Italia può essere protagonista nell’alleviare gli effetti che queste crisi generano sui più deboli.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dapprima evidenziato la necessità di rafforzare la cooperazione internazionale, anche nell’ottica di accelerare sull’Agenda 2030, e ha poi ribadito l'impegno affinché l’Italia sia sempre più un ponte tra Nord e Sud del Mondo, a partire dalla presidenza italiana del G7 del 2024. Per Giampiero Massolo, presidente dell'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), l’auspicio è “che si rivaluti una sorta di multilateralismo dal basso, dove l’azione dei governi sia rafforzata da diverse entità statuali e non”. Di transizione energetica, invece, ha parlato il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Frans Timmermans, secondo cui non ci sono alternative alle energie rinnovabili, ma c’è ancora una parte dell’Europa che si oppone a questa trasformazione. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha annunciato la convocazione d’urgenza del Cite per approvare la nuova Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.
Le imprese alla sfida della transizione sostenibile: le alleanze per il cambiamento (16 maggio)
Formazione all’interno delle organizzazioni e alleanze con i territori sono fondamentali per una giusta transizione ecologica e digitale. Una transizione che, hanno ribadito gli esponenti delle imprese e del mondo bancario e assicurativo, va affrontata con una visione lungimirante di lungo periodo e un’attenta pianificazione. Sono quattro in particolare le istanze emerse dall’evento organizzato dai Gruppi di lavoro “Finanza per lo sviluppo sostenibile” e “Patto di Milano”: la necessità di una visione sistemica sulle tematiche della transizione; una presa di posizione chiara del governo sulle strategie di sviluppo sostenibile, a partire dal nuovo Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec); il rafforzamento del rapporto tra investitori ed economia reale; un cambiamento culturale che deve attraversare le stesse organizzazioni nel percorso verso la sostenibilità. L’attenzione crescente del sistema bancario verso i criteri ambientali, sociali e di governance (Esg) è stata sottolineata dal presidente di Unicredit Pier Carlo Padoan. Mentre il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha richiamato “l’opportunità e la responsabilità enorme” che hanno le città grazie ai fondi del Pnrr, aggiungendo che “la gente vuole vivere in città, al contrario di quanto sostenevano alcune previsioni, ma le vuole diverse, siamo a un ‘turn around’ che non può ammettere errori”. Sul ruolo delle università si è soffermata Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano, affermando che “la transizione sostenibile non può prescindere da alleanze tra università, imprese e territorio”. Il ministro dello Sviluppo economico e del Made in Italy Adolfo Urso ha annunciato: “Dal prossimo anno potremo cominciare a esportare in maniera più significativa anche il gas nell’Europa Centrale: in questo modo possiamo consentire una transizione che poi ci porterà ad accelerare sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’idrogeno verde”.
Greenwashing e social washing, un ostacolo alla giusta transizione ecologica (16 maggio)
La sostenibilità è un’opportunità competitiva per le imprese, è stato sottolineato durante l’evento organizzato dai Gruppi di lavoro sui Goal 7-13 (Energia e Clima) e 12 (Consumo e produzione responsabili), ma la diffusione del greenwashing e social washing è ancora preoccupante poiché falsa i meccanismi del mercato. Un tema, questo, che investe anche i governi nel momento in cui annunciano politiche che non vengono realizzate. Per contrastare il fenomeno, serve dotarsi di strumenti di analisi delle dichiarazioni delle imprese e di formazione dei consumatori, rafforzando l’approccio multi-stakeholder e identificando azioni concrete per procedere nella direzione della trasparenza dei mercati, come un patto tra consumatori e produttori. Di comunicazione responsabile e certificata ha parlato Giuseppe Patat, presidente di EthicsGo, riconosciuta da Accredia come primo certificatore sulla comunicazione etica e di sostenibilità, sottolineando che “la pubblicità green vale in termine di prodotti 12,5 miliardi”. Un business di grande entità, a forte rischio greenwashing. E quando si parla di comunicazione ingannevole, ha rimarcato Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia, “le prime vittime sono le imprese che non fanno greenwashing”.
Il confronto con le regioni e altri stakeholder ha ribadito l’urgenza di approvare la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, che andrà poi declinata su base territoriale, e di attivare un sistema multilivello di governo dei processi che porti sui territori gli obiettivi quantitativi previsti a livello nazionale, assicurando la coerenza delle politiche, il monitoraggio dei progressi e una nuova prospettiva di trasparenza nei confronti dei cittadini. Il sistema multilivello, ha ricordato Manlio Calzaroni, responsabile dell’area Ricerca dell’ASviS, punta proprio a “leggere le politiche in chiave di sostenibilità e offrire una rendicontazione pubblica dello Stato di attuazione degli obiettivi e delle azioni messe in atto per raggiungerli”. Durante l’evento, organizzato dal Gruppo di lavoro sul Goal 11 “Città e comunità sostenibili”, sono stati illustrati alcuni progetti di territorializzazione dell’Agenda 2030, tra cui quelli di Lombardia, Emilia-Romagna, Puglia e Veneto, nonché il recente Piano di sviluppo regionale della Regione Lombardia, al quale da quest’anno è stato aggiunto anche il termine “sostenibile”. Con riferimento all’impatto dei cambiamenti climatici su territori fragili, il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini ha sottolineato l’importanza del Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico, “che non ha le risorse previste quando invece ne servirebbero di più”.
Il salto da gigante. Una Terra per Tutti (17 maggio)
L’evento, organizzato dal Gruppo di lavoro sui Goal 6-14-15 (Acqua, Vita sott’acqua e Vita sulla Terra) è stato l’occasione per discutere le proposte contenute nel rapporto “Earth for all” del Club di Roma, pubblicato nel settembre 2022 e a cui l’ASviS ha dedicato anche per l’occasione un Policy brief, che delinea i modi in cui poter vivere all’interno dei limiti planetari e compiere quel “salto da gigante” indispensabile per l’umanità. Un cambiamento che passa dal dialogo tra scienza e istituzioni e da politiche di redistribuzione delle risorse e della ricchezza. Come ha ricordato Gianfranco Bologna, coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS sui Goal 6-14-15 e full member del Club di Roma, “fino a ora non abbiamo dato ascolto alla comunità scientifica sui temi ambientali, basti pensare che da quando è nato l’Ipcc nel 1988, ente istituito proprio per allertare sulla situazione climatica, abbiamo immesso nell’atmosfera oltre 1000 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, il 41% del totale delle emissioni dal periodo preindustriale”. Tra i temi affrontati, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, la tutela della risorsa acqua e il consumo di suolo. Lorenzo Fioramonti, membro del 21st century transformational economy commission di Earth for all, ha evidenziato che le proposte contenute nel Rapporto “sono tutte legate al ripensamento del concetto di crescita economica, ormai vetusto e anacronistico. La crescita economica va ripensata, dobbiamo iniziare a pensare in termini veramente rigenerativi”. Dell’aumento delle disuguaglianze ha parlato Francesco Petrelli, responsabile relazioni istituzionali di Oxfam Italia, osservando che “in questi anni di pandemia, su 161 Paesi analizzati 143 non hanno mai pensato di fare prelievi fiscali sui super profitti”.
di Andrea De Tommasi